Dalla Cina con furore
I jiaozi, grazie all’influenza che l’impero cinese nel corso dei secoli ha avuto sulle nazioni confinanti, sono un piatto presente sulle tavole di molti Paesi asiatici.
Attraversiamo il Mar Cinese e approdiamo in Giappone, dove i jiaozi sono conosciuti come gyoza (餃子). La sfoglia è più sottile e il ripieno, in genere a base di carne di maiale, è caratterizzato da una generosa dose di aglio e di zenzero. Sulle tavole giapponesi, i gyoza sono serviti con un condimento a base di salsa di soia, aceto di riso e rayu – olio di sesamo piccante.
In Corea, nazione che per lungo tempo fu sotto la sfera d’influenza cinese, la versione nazionale dei ravioli cinesi si chiama mandu (만두). Sebbene il loro nome ricordi quello dei mantou (馒头) – dei leggerissimi panini cotti al vapore tipici della Cina settentrionale –, i mandu, per forma, tipologia di impasto, ripieno e metodi di cottura, assomigliano ai jiaozi. I mandu, come i gyoza, vengo intinti in salsa di soia con aceto di riso e salsa piccante.
Sull’Altopiano del Tibet vengono preparati i momo (མོག་མོག), ravioli di carne di manzo, cipolla, aglio e zenzero, la cui salsa di accompagnamento a base di pomodoro e pepe del Sichuan è un ottimo rimedio per combattere le rigide temperature di queste zone.
La variante vietnamita è, però, la più interessante: l’impasto dei bánh bột lọc è a base di tapioca, traslucido e dalla consistenza gommosa; il ripieno tradizionale, invece, prevede l’uso di gamberi e pancetta. I bánh bột lọcvengono accompagnati da salsa di pesce piccante.
E ora sarebbe il caso di prendere un aereo e fare un tour gastronomico per poter assaggiare tutte queste varietà di jiaozi!